
Proposta di fusione tra il Comune di CAVARZERE e il Comune di CONA
Dal gruppo Azione di Cavarzere giungono alcune riflessioni:
“La quantità di denaro che verrebbe erogata alle nostre comunità è rilevante ma troppo poco, finora, è stato detto di come questi soldi potranno essere usati
La fusione tra i Comuni di Cavarzere e Cona sembrerebbe essere un po’ più prossima alla realizzazione, ma dal gruppo politico Azione di Cavarzere arrivano alcune riflessioni. “Nel febbraio 2022 – spiega Paola Garbin, referente di Azione – avevo denunciato che l’azione del sindaco di Cavarzere si era rivelata insufficiente a perseguire il necessario e adeguato coinvolgimento del Comune di Cona nello studio di fattibilità di fusione. Ho avuto modo di assistere alla seduta del Consiglio Comunale che ha discusso ed approvato lo studio di fattibilità: l’esposizione del dottor Cestari ha convinto maggioranza e opposizione, ma è stato fatto l’errore politico imperdonabile di ragionare unilateralmente sulla fattibilità e l’opportunità della fusione, che l’altra parte interessata ha inevitabilmente vissuto come una forzatura”.
Riflessioni sull’ipotesi di fusione tra Cavarzere e Cona
Continua il dibattito tra le forze politiche e sindacali sulla prospettiva di fusione avanzata dal comune di Cavarzere con Cona: ipotesi finora rifiutata dal sindaco conense Alessandro Aggio, insoddisfatto dello studio di fattibilità proposto da quello cavarzerano Pierfrancesco Munari. Motivo: il rischio, secondo Aggio, di diventare frazione del comune cavarzerano proporzionalmente più vasto e con tanti più abitanti. Sindaco che si è detto convinto che “queste fusioni possono essere invece efficaci con altri enti come sarebbe il ” caso di Agna”, paese confinante nel Padovano. Mentre “Cona e Cavarzere sono molto più diversi tra loro e non sarebbe una fusione equilibrata, ma sproporzionata: 140 kmq contro 64 kmq e circa 13 mila abitanti contro circa 3 mila, con il pericolo evidente di un assorbimento e la perdita d’identità di Cona. In quanto “le decisioni verrebbero prese dalla maggioranza del consiglio comunale di Cavarzere con l’80% circa rispetto al 20% di Cona. Il sindaco Aggio ha detto che una eventuale fusione dovrebbe essere eventualmente “un argomento da campagna elettorale” mentre “quando siamo stati eletti nel nostro programma non si è parlato di fusione” e che può “con tutta tranquillità precisare che non abbiamo alcuna fretta”. In quanto “a Cona si tornerà a votare per le amministrative nel 2024, e allora in quell’ occasione si potrà trattare più approfonditamente e nel migliore dei modi l’argomento fusione”… Soluzione quindi che per ora rimane in sospeso. Una mezza doccia fredda per il sindaco Munari, anche se alla sua proposta aveva premesso “di non voler obbligare nessuno” ma di ” voler dare un strumento al nostro paese per valutare in un referendum di sancire o meno la volontà delle due comunità ad unirsi”. Secondo quanto espresso anche dalle forze economiche, politiche e sindacali locali, in seguito ad uno studio della Camera di commercio di Venezia. Anche perché sono in palio, dopo il sollecito Confindustria provinciale dal 2018, i vantaggi che l’operazione comporterebbe: una iniezione di denaro (con l’assicurazione di 2 milioni di euro per 10 anni) da parte dello Stato e di contributi regionali una tantum subito per altre 700 mila euro circa. Con il prevedibile sviluppo di nuovi strumenti strutturali e di nuove attività economiche e di occupazione. Tenendo conto che un eventuale referendum si dovrebbe per legge svolgere entro ottobre 2023, mentre col diniego di Cona cade anche l’ipotesi della proposta del consigliere comunale Emanuele Pasquali di Boscochiaro per una eventuale seduta comune dei due pubblici consessi cittadini per esaminare l’argomento. Secondo il parare di esperti in materia le aggregazioni di servizi e fusioni tra comuni sono assolutamente positive, perché possono dare vita ad economie di scala con conseguente aumento di efficienza amministrativa: creando preziose sinergie che in comuni di piccole dimensioni sono molto difficili da raggiungere. Una situazione di stallo che dovrebbe essere incoraggiata, se non imposta, dal governo centrale con una nuova legge apposita. Intanto le esternazioni contrarie sulla fusione del sindaco Aggio hanno suscitato un’eco di condivisioni tra i suoi concittadini, compresa la minoranza consiliare ‘Insieme per Cona’, il cui portavoce Antonio Bottin fa osservare che “l’unica cosa che appare chiara nel progetto cavarzerano sono i famosi 20 milioni”, mentre ” non viene riportato nessun progetto di come impiegarli”, ma che “saranno certo un compito del nuovo comune” che dovrebbe nascere con maggioranza cavarzerana. E sempre Bottin dice che “non vi è accenno di cosa succederà alle scuole conensi, se verranno chiuse e se i genitori dovranno portare i bambini a Cavarzere, oltre a una serie di importanti altri temi cui non si fa cenno”. La conclusione che Bottin ne trae è questa: “I benefici di un’eventuale fusione non andrebbero a ricadere su Cona, ma sul comune più grosso, cioè Cavarzere, senza peraltro dire quali servizi migliori andrebbero ai cittadini e quali quelli complementari per Cona”. Comune, il suo, che ” diventerebbe un sportello polifunzionale, mentre le decisioni politiche amministrative sarebbero gestite da Cavarzere”. Bottin conclude infine facendo presente un’osservazione sulla raccolta dei rifiuti, e cioè che ” Cona è già arrivata a gestirli col metodo della tarip, tariffa puntuale che si paga in base a quanto si produce, con una spesa per i nuovi bidoni di 175 mila euro”, mentre a Cavarzere ” vi sono ancora i cassonetti”. E quindi si chiede: “Le spese per adeguare alla Tarip il comune di Cavarzere chi le paga?”.
Cavarzere 12.01.2023 Rolando Ferrarese